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L’ osteoartrosi è una malattia cronica e progressiva delle articolazioni che si verifica in pazienti di mezza età e anziani. Sinonimi utilizzati sono artrite degenerativa, artrosi e artrite deformante.
Il danno principalmente riguarda principalmente la cartilagine articolare (lo strato superficiale dell’articolazione dove avviene il movimento e lo slittamento tra le due ossa), tuttavia, vengono anche coinvolti gli altri elementi dell’articolazione, cioè la sinovia, l’osso subcondrale (cioè l’osso appena sotto la cartilagine) ed i tessuti molli circostanti. Le caratteristiche principali dell’osteoartrosi sono la distruzione e la degenerazione della cartilagine, l’ispessimento infiammatoria della membrana, l’indurimento dell’osso subcondrale, lo sviluppo di osteofiti, il difetto di sovrapposizione e del rapporto anatomico delle superfici articolari, il dolore e la restrizione fino al raggiungimento della soppressione dei movimenti dell’articolazione.
L’osteoartrosi è classificata di origine primaria, in cui la causa è sconosciuta e secondaria in cui la causa è nota e conosciuta come ad esempio lesioni, infiammazioni, causa endocrina o metabolica. Colpisce principalmente articolazioni soggette a stress cronico, come il ginocchio e l’anca piuttosto che la spalla e le articolazioni delle dita della mano. L’osteoartrosi oggi, con l’aumento dell’aspettativa di vita media, è uno dei problemi irrisolvibili di patologia dello scheletro, che impiega un gran numero di persone. La moltitudine di cause note e sconosciute che la provocano, e la complessità e l’interazione dei meccanismi patogenetici la rende particolarmente difficile da affrontare, il quale continua ad essere prevalentemente sintomatica più che esplicativa. I principali fattori predisponenti dell’osteoartrite sono l’età (> 50 anni), il sesso femminile, la predisposizione genetica, la razza (si verifica raramente in afro-americani rispetto ai bianchi e ispanici), l’obesità, i traumi, lo stress nel lavoro e la debolezza muscolare. Fisiopatologicamente il difetto iniziale è la cartilagine articolare, il cui contenuto in acqua aumenta mentre quello dei proteoglicani diminuisce. Questo deterioramento della cartilagine porta alla corrosione e una successiva rottura dell’osso subcondrale, della tasca articolare e della sinovia di stato avanzato. La neoformazione ossea reattiva nella regione articolare (osteofiti) senza equivalenza strutturale è tipica.
L’esordio è lento e comporta un leggero dolore dopo la fatica e diminuisce con il riposo. A poco a poco il dolore si fa più intenso e si verifica sia a riposo sia nelle ore notturne. Oltre al dolore si crea gradualmente rigidità (dopo periodi di inattività), gonfiore dei tessuti molli, deformazione continua e progressiva delle articolazioni, atrofia muscolare, sensibilità localizzata, crepitio, instabilità e perdita di funzionalità. Il dolore principale è causato dalla fibrosi della tasca articolare, dall’affaticamento muscolare e dall’aumento della pressione ossea.
Figurativamente bastano radiografie delle articolazioni (antero-posteriore e ricezione laterale), in particolare quando si tratta degli arti inferiori. Ulteriori download aiutano la localizzazione. Principali caratteristiche radiografiche sono il restringimento dello spazio articolare, la presenza di osteofiti, l’indurimento dell’osso subcondrale e la presenza di cisti subcondrale. Per quanto riguarda il trattamento dell’osteoartrosi dipende dallo stadio della malattia. Nelle fasi iniziali in cui è presente il dolore intermittente, senza significative restrizioni di movimento si opta per un trattamento conservativo, che consiste in:
- antidolorifici comuni (ad esempio paracetamolo);
- Perdita di peso e la modifica delle attività quotidiane;
- Anti-infiammatori non steroidei (con cautela);
- potenti antidolorifici (oppiacei);
- Programma di esercizio fisico e di fisioterapia;
- L’uso di stecche / tutori;
- Iniezione intra-articolare di corticosteroidi;
- iniezione intra-articolare di viscoelastico ad esempio, ialuronico.
Quando l’osteoartrosi è progredita, la distruzione della cartilagine è grande ed i sintomi sono gravi e continui al punto di influenzare la quotidianità del paziente. A questo punto si raccomanda come trattamento l’operazione chirurgica. Questo può essere:
- Pulizia artroscopica (quando vi è un danno meniscale in età non avanzata);
- osteotomia tibiale alta (in giovani pazienti con monocompartimentale osteoartrosi del ginocchio, dove soffre solo una parte dell’articolazione);
- Artroplastica monocompartimentale del ginocchio (in osteoartrosi monocompartimentale);
- artroplastica totale (in osteoartrosi avanzata riguardante il ginocchio, l’anca, la spalla, il gomito, il polso e la caviglia). Sostituzione dell’intera articolazione con impianti metallici in specifiche leghe e polietilene.